“Pace in terra agli uomini amati dal Signore”: poco per volta la nuova traduzione italiana del passo più famoso del Gloria in Excelsis Deo è entrata nelle orecchie e nel cuore di tutti noi, eliminando il possibile fraintendimento della precedente traduzione italiana (pace in terra agli uomini di buona volontà, pensando alla nostra buona volontà), traduzione che ricalcava letteralmente il testo latino, a sua volta traduzione del testo greco, dove la parola usata dall’evangelista si riferisce invece alla buona volontà di Dio verso di noi. Non si tratta di una sottigliezza letteraria ma di un chiarimento non di poco conto, per ricordarci che la differenza di peso tra la nostra piccola e incostante buona volontà e la indistruttibile buona volontà di Dio verso di noi è davvero una differenza infinita.
Siamo amati da Lui, sempre, e la nascita di Gesù è l’inizio della piena manifestazione di un Amore inimmaginabile che ci dà forza e speranza, ci dà coraggio e ci spinge a ricominciare ogni volta che siamo tentati di arrenderci.
Ma si tratta di un amore che non ci vizia, non ci lascia giacere adagiati nella nostra miseria, un amore che ci responsabilizza e ci spinge a metterci in gioco ogni giorno, senza scoraggiarci, perché abbiamo un Alleato potente che ci fa l’onore di collaborare con lui alla costruzione del suo Regno, regno della pace e della giustizia, dove la persona umana e la sua dignità sono sempre al centro della sua attenzione e quindi vanno messe al centro di ogni nostro progetto.
Un amore scomodo, l’amore di Dio per noi? Certo, perché ci spinge ad orientarci verso di lui. Altri “amori” sono decisamente più comodi e accondiscendenti nei confronti delle nostre tendenze o passioni. In questo nostro tempo abbiamo però l’occasione di vedere, si può dire ogni giorno, la differenza tra le due strade e degli esiti che ci attendono, a seconda della strada che decidiamo di percorrere. Abbiamo perciò bisogno di convertirci ogni giorno all’amore di Dio, che viene da Dio, che è Dio stesso.
Il Natale ci offre la contemplazione del vero volto di questo amore, impresso nella nostra carne e venuto a camminare nella nostra storia. Lo sguardo di Maria è un invito silenzioso e forte. Un giorno dirà: “fate tutto quello che vi dirà”; ma nel presepe ci indica già la direzione verso cui guardare, con sempre maggiore attenzione. Ci invita a stupirci, a scoprire la meraviglia di una vita piccola, appena sbocciata, ma già totalmente vera e piena manifestazione di Dio Amore, manifestazione del Volto che nessuno di noi ha ancora potuto contemplare ma che è all’origine di ogni desiderio più profondo e più bello del nostro cuore.
È l’augurio di cui tutti noi abbiamo bisogno: in questi giorni imparare a guardare ogni presepio che visiteremo con gli occhi di Maria, Madre dello stupore e della meraviglia, per diventare cercatori di amore vero e per scoprire che sul volto di Gesù e nella sua vita abbiamo tutte le indicazioni che ci servono per non sbagliarci in una ricerca così importante come quella dell’Amore.
+ Arrigo Miglio