Incontro ecumenico nella parrocchia di San Ponziano a Carbonia per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
Giampaolo Atzei
Nel cuore della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, lunedì 21 gennaio la parrocchia San Ponziano di Carbonia ha vissuto un intenso momento unitario che ha visto riuniti per la celebrazione ecumenica della Parola di Dio il vescovo Giovanni Paolo Zedda, la pastora battista Elizabeth Green e il pastore avventista Giovanni Irrera. Cattolici e protestanti insieme, nella storica chiesa sulla piazza Roma che da poco ha compiuto 80 anni. A dispetto del freddo pomeriggio e della pioggia, la bianca navata di San Ponziano è stata riscaldata dal calore dei canti e delle preghiere di un’assemblea numerosa e partecipe, segno importante di una Chiesa viva nella sua ricerca di fraternità e unità in Cristo.
Il tema di questa Settimana di preghiera è stato dettato da Deuteronomio 16, 11-20, in particolare dal passo “Cercate di essere veramente giusti”, ed è stato preparato dai cristiani dell’Indonesia, una minoranza del 10 di varie tradizioni, in una nazione radicalmente musulmana. Così, in un mondo frantumato in cui la corruzione, l’avidità, l’ingiustizia causano disuguaglianza e divisione, la preghiera unita dei cristiani deve essere più incisiva. E ciò dove essere, anche se come singoli e comunità siamo spesso complici di ingiustizie, laddove, invece, come cristiani siamo chiamati a dare testimonianza di giustizia.
Partendo da questa traccia e dalla lettura di Luca 4, 14-21, mons. Zedda e la pastora Elizabeth hanno articolato l’omelia e il sermone. Il brano del vangelo narrava la visita di Gesù alla sinagoga di Nazareth, quando la lettura della profezia di Isaia rivela il senso della presenza e la missione di Cristo nel mondo: portare il lieto messaggio ai poveri, liberare gli oppressi, dare la vista ai ciechi. “Dobbiamo essere pronti a seguire la missione di liberazione di Gesù – ha ricordato il vescovo – una missione di fraternità e di annuncio tra noi, dobbiamo essere capaci di vivere nella giustizia, essere veramente giusti e possedere la vita”. Il legame tra il passo del Deuteronomio e l’evangelo è stato sottolineato dalla pastora Elizabeth della Chiesa Evangelica Battista del Sulcis Iglesiente: “L’opera di liberazione avviata da Dio nell’Esodo prosegue nell’opera di Gesù che ci libera dall’oppressione e dalle tenebre, dobbiamo vincere i nostri egoismi nella ricerca della giustizia”.
L’impegno per la giustizia, la misericordia e l’unità sono stati poi al centro delle intenzioni, la cui lettura è stata guidata dal pastore Giovanni Irrera della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno di Carbonia. Impegni concreti e individuali, sottoscritti da ciascuno in un foglietto deposto nel cestino delle offerte, da vivere nella perseveranza di far crescere l’unità, “come membra del Corpo di Cristo”.