Il prossimo 19 marzo rientrano nell’Isola i resti mortali del Fondatore dell’Istituto Figlie di San Giuseppe
Madre Maria Luciana Zaru
Figlia di San Giuseppe – Superiora Generale
Siamo in grado di comunicare la data e il programma per il rientro del Fondatore dell’Istituto delle Figlie di San Giuseppe da Pisa in Sardegna, a Genoni: il giorno 19 marzo, solennità di San Giuseppe.
Padre Prinetti aveva lasciato la Sardegna nel 1894, due anni dopo la morte dell’Arcivescovo di Cagliari, suo confratello che lo aveva voluto come suo segretario. La sua permanenza ebbe nella Sardegna di fine Ottocento, fortemente segnata da una secolare arretratezza e povertà di mezzi economici, una forte incidenza, oltre che sul piano spirituale, su quello dottrinale, formativo e sociale.
Sul piano spirituale il Padre Prinetti vive ed educa ad un impegno cristiano fondato sulla contemplazione e sull’azione che attinge ad una profonda vita interiore alimentata da una preghiera come relazione personale con Dio che rimanda all’amore del prossimo, come cartina di tornasole per verificare l’autenticità dell’amore a Dio. Una spiritualità che include la dimensione claustrale del cuore, come eremo interiore, spazio riservato all’incontro e al rapporto con lo sposo dove nasce e attinge ogni scelta di impegno per il prossimo, nella carità. Una spiritualità attiva, aperta ai bisogni delle persone, di ogni persona, a prescindere dai suoi meriti o demeriti, anche quando scrive: “la persona ha perso per i suoi vizi ogni la dignità umana”. Una carità a tutto campo senza esclusione di nessun sevizio, se si tratta di farsi carico, come il buon samaritano, della cura dell’altro.
Questa è la spiritualità che il Padre Prinetti ha voluto vivesse l’Istituto da Lui fondato: le Figlie di San Giuseppe, che aveva riunito in una prima Comunità a Cagliari, nel 1888, perche per puro amore di Gesù Cristo rendessero il loro servizio nel seminario diocesano.
Sul piano dottrinale, con l’arcivescovo Berchialla, collaborò alla riforma del Calendario Liturgico diocesano, che nel tempo si era appesantito di cerimonie e forme di culto che sconfinavano nella superstizione. Questa riforma fu approvata da Roma nel 1882. Venne anche redatta una edizione bilingue del catechismo, in dialetto campidanese e italiano. Strumento di formazione e di dibattito socio politico e religioso fu la rinascita nel 1891 del giornale diocesano “Il Risveglio” di cui il Padre Prinetti era direttore.
Particolare cura viene posta per la formazione del clero a partire dal seminario di cui era rettore, per una nuova impostazione educativa che includeva serietà nello studio, formazione teologica autentica e attenzione alle persone. Reimpostò il rapporto tra educatori e allievi definendone i compiti e le responsabilità, per un autentico percorso formativo e una crescita umana e spirituale, in un clima di stima reciproca e di collaborazione.
Una buona parte del suo tempo lo dedicava alla confessione e alla direzione spirituale, alla formazione delle religiose, con meditazioni e giornate di ritiro spirituale. Con una lettera al rettore Maggiore degli Oblati, inviata il 24 giugno del 1889 Mons. Berchialla scrive: “Don Prinetti lavora per quattro e sta abbastanza bene per farlo. Confessare, dirigere anime, custodire la disciplina, governare il Seminario, reggere tutta la parte amministrativa del Seminario, della mensa, della diocesi, predicare alle suore, ai chierici, dar consigli, rispondere a mezza isola. E che con prudenza! Con che umiltà! Con che fermezza! Deo gratias.
Il Padre Prinetti affrontava tutto con un profondo respiro interiore e di lui diceva: “Io non ho più tempo per me, ma penso di essere sempre occupato per me, occupandomi di Lui e per Lui”. Era questa la sintesi tra contemplazione e azione, l’armonia che nasce da un amore ricevuto e donato, la fonte della santa allegrezza.
Il giorno 19 marzo i suoi resti mortali tornano in Sardegna dove ha profuso le sue energie migliori, e dove il frutto di questo impegno è visibile nel servizio d’amore che le Figlie di San Giuseppe rendono nella 30 Comunità che operano nell’Isola.
La festa che facciamo per il suo rientro vuole ridestare l’attenzione su di Lui perche l’eroicità delle virtù che la Chiesa ha riconosciuto, si accenda di luce nuova e brilli per tutto il Popolo di Dio, come richiamo ad un rinnovato impegno di vita cristiana alla luce del fulgore che promana dalla sua vita, fortemente radicata nel Vangelo.
L’accoglienza che faremo di Lui a Genoni il 19 marzo, solennità di San Giuseppe, avrà il suo momento centrale nella solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta da Sua Eccellenza Mons. Ignazio Sanna Arcivescovo di Oristano, alle ore 16.00 nella parrocchia di Genoni.
La Chiesa chiede che la cerimonia avvenga in forma privata e familiare, invitiamo perciò, ad essere presenti, tutti coloro che, per motivi diversi, hanno un legame di appartenenza, di amicizia e di stima con l’Istituto e per questo si sentono parte della nostra grande e bella famiglia che accoglie nella gioia il rientro del Padre.
Tutto l’evento verrà vissuto nel seguente modo.
Ore 10.30 Arrivo a Genoni e prima accoglienza all’ingresso del paese.
Ore 11.30 L’urna contenete i Resti mortali del Padre Prinetti, accompagnata processionalmente dalle Suore, dagli ospiti delle nostre Case Famiglia e dai cittadini di Genoni, verrà portata in parrocchia.
Ore 16.00 Solenne Celebrazione Eucaristica in Parrocchia.
Dopo la Santa Messa l’urna verrà portata processionalmente nella nostra Casa Madre e verrà riposta nella cappella, nel loculo debitamente preparato. Seguirà la Celebrazione dei secondi Vespri di San Giuseppe.
Subito dopo verrà offerto un rinfresco.
Ringraziamo tutti coloro che vorranno, con la loro presenza, unirsi alla gioia di tutte le Figlie di San Giuseppe che il 19 marzo scriveranno una delle pagine più belle della loro storia.