Oggi è nato per voi un Salvatore, il Cristo Signore!
Non è il primo Natale della nostra vita. E possiamo ancora rischiare di lasciarlo passare senza modificare in nulla la nostra esistenza.
Come sempre i preparativi sono iniziati con molto anticipo: un Natale organizzato, pubblicizzato da una società che spinge ad acquistare, a consumare, a far “girare” l’economia, ma che non cambia i nostri cuori e non li soddisfa.
L’Avvento avrebbe dovuto provvedere proprio a questo: ad allertare i nostri animi, ad aprire occhi e orecchie per cogliere i segni che Dio dissemina silenziosamente intorno a noi.
Ma come che sia andato l’Avvento, questo giorno di grazia arriva per tutti e offre a tutti la sua Luce e la sua Pace. L’importante è viverlo bene, per non restare con la nostra fame e la nostra sete.
Cosa significa viverlo bene? Il Vangelo di Luca ci invita ad imitare i pastori di Betlemme:
• ad ascoltare l’annuncio che ancora risuona dopo duemila anni: “Oggi è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo Signore” (Lc 2,11). Per intenderlo è indispensabile fare almeno un poco di silenzio, mettere a tacere le chiacchiere e il chiasso, ma anche gli affanni e le preoccupazioni che opprimono la nostra vita.
• a prendere sul serio questa notizia e metterci in cammino: “Andiamo, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere!” (Lc 2,15). Occorre impegnarci in un vero percorso di ricerca: è sempre faticoso, ma ci permette di verificare la sincerità del nostro desiderio di dare senso alla vita.
• a contemplare il “segno”: “Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia” (Lc 2,16). Dobbiamo saper accettare che Dio ci venga incontro a modo suo, nella fragilità di un bambino e non nella forza di un potente.
• a trasmettere quello che ci è accaduto, senza tenere per noi ciò che abbiamo scoperto: “Dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro” (Lc 2,17). Dobbiamo diventare discepoli-missionari di quella gioia e di quella pace che abita i nostri cuori dopo aver incontrato il Signore.
• a lodare Dio (Lc 2,20) che nel suo Figlio si è fatto vicino, è diventato uno di noi e si manifesta a noi quando ci riconosciamo poveri e bisognosi della sua forza, del suo amore gratuito che ci salva.
Se faremo così le nostre attese non verranno tradite e questo sarà un buon Natale, il Natale del Signore Gesù, oggi, nella nostra vita.
+ Giovanni Paolo Zedda
Vescovo di Iglesias