La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha indetto per domenica 18 febbraio (prima domenica di Quaresima) una colletta nazionale, da tenersi in tutte le chiese italiane, quale segno concreto di solidarietà e partecipazione di tutti i credenti ai bisogni, materiali e spirituali, delle popolazioni colpite dal conflitto in Terra Santa. Le offerte raccolte, da inviare alla Caritas diocesana entro il 30 aprile, renderanno possibile una progettazione unitaria degli interventi anche grazie al coordinamento con la rete delle Caritas internazionali impegnate sul campo.
Com’è purtroppo noto, il conflitto tra Hamas e Israele, innescato il 7 ottobre dall’attacco terroristico alla popolazione israeliana, ha raggiunto proporzioni drammatiche, non solo a Gaza e in Israele, ma anche in Libano e nei territori della West Bank (Cisgiordania), con episodi di pericolosa tensione bellica in Siria, Iraq, Iran e nel Golfo di Aden. Il bilancio dei morti ha raggiunto cifre impressionanti: oltre 27.000 tra i palestinesi (di cui il 70% è costituito da donne e bambini) e più di 1.200 tra gli israeliani (di cui la maggior parte composto da civili). Sono decine di migliaia i feriti, mentre sono quasi 2 milioni gli sfollati tra i palestinesi (circa l’85% della popolazione), di cui la maggior parte nello stesso territorio di Gaza. Sono circa 120 gli israeliani che restano ancora in ostaggio di Hamas. Tra gli edifici distrutti dai bombardamenti israeliani si contano 372 scuole, 30 ospedali e 53 centri sanitari. Sono state rase al suolo anche 3 chiese cristiane e 138 moschee.
Oltre a questi numeri è da sottolineare la situazione umanitaria a Gaza, con una crisi terribile che coinvolge la quasi totalità della popolazione; una situazione di estrema precarietà igienico-sanitaria e di urgente bisogno di generi di prima necessità (cibo, acqua, farmaci, ecc.). A livello sanitario, in particolare, si registra un aumento significativo di alcune malattie e condizioni patologiche trasmissibili come diarrea, infezioni respiratorie acute, infezioni della pelle e pidocchi. Tale situazione risulta insostenibile per le persone più vulnerabili, quali donne in gravidanza o in allattamento, disabili, feriti che hanno subito interventi chirurgici, malati cronici (fra cui 1.000 pazienti con insufficienza renale e 2.000 malati oncologici) e immunodeficienti. Inoltre, dal 7 ottobre circa 625.000 studenti non ricevono più alcun tipo di educazione e formazione; d’altra parte, la totalità degli istituti scolastici viene utilizzata in condizioni di emergenza per l’accoglienza degli sfollati. Peraltro, delle strutture scolastiche circa il 69,0% ha subito danni strutturali importanti, fra cui la scuola cattolica del Patriarcato di Gerusalemme.
In questo drammatico caos di violenza e di disperazione, Caritas Gerusalemme (in collegamento con la rete di Caritas Internationalis) cerca in tutti i modi di far proseguire l’assistenza umanitaria a Gaza, a Gerusalemme Est e in Cisgiordania. A Gaza non fa mancare il sostegno psicologico a distanza ai circa 100 operatori impegnati sul campo. La prossimità concreta con quella popolazione è assicurata dalla distribuzione di generi di prima necessità e di buoni acquisto per gli sfollati accolti nei due centri delle parrocchie cristiane: quella cattolica della Sacra Famiglia e quella ortodossa di San Porfirio; quest’ultima colpita ad ottobre da un razzo, causando la morte di 17 persone, fra cui un’operatrice di Caritas Gerusalemme di 26 anni, insieme a suo marito e al loro bambino. La prima fase di interventi umanitari di Caritas Gerusalemme ha riguardato l’assistenza a circa 1.000 persone, attraverso la fornitura di servizi sanitari primari e di farmaci essenziali ai pazienti presenti nei rifugi, la distribuzione di kit alimentari e igienici, il supporto psico-sociale a distanza, la distribuzione di contributi economici attraverso buoni acquisto.
La raccolta fondi avviata da Caritas Italiana, a cui si aggiungeranno i fondi raccolti con la colletta nazionale, è destinata al sostegno degli interventi umanitari di Caritas Gerusalemme a Gaza e in Cisgiordania e a progetti di “pace e riconciliazione”, per favorire il confronto e il dialogo tra la popolazione delle parti coinvolte in questo conflitto che dura ormai da più di 70 anni. Le offerte possono essere effettuate a mano (presso gli uffici della Caritas diocesana) o con bonifico bancario, specificando nella causale “Emergenza Terra Santa”, unicamente tramite il seguente conto:
DIOCESI DI IGLESIAS – CARITAS DIOCESANA
Banco di Sardegna, Iban IT 36 M 01015 43910 000000016779
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