LA GIOIA DELLA CONVERSIONE
+ Giovanni Paolo Zedda
“Più che un cambiamento d’epoca stiamo vivendo un’epoca di cambiamento”, ha affermato Papa Francesco. Il mondo in cui abbiamo vissuto e che credevamo immutabile si sta lentamente ma inesorabilmente esaurendo. E cresce la tentazione di chiuderci nell’egoismo e di inchiodarci ad un presente senza prospettive.
Ma il mondo cammina. La grande trasformazione che si sta operando si radica, in larga parte, in quella novità che definiamo come rivoluzione digitale. Stanno mutando i modi del produrre, del lavoro e dell’economia, ma anche quelli delle relazioni familiari e sociali a tutti i livelli. Siamo spinti a sentimenti contradditori: da un lato un senso di incertezza, di sfiducia e di timore, dall’altro una adesione acritica all’idea di un progresso tecnologico e scientifico.
Di fronte al persistere dell’insicurezza nel lavoro, delle continue minacce di terrorismo e violenza, della paura dell’immigrazione, siamo portati a desiderare che vengano create barriere nei confronti dei diversi da noi per mentalità, cultura e religione. Si sta smarrendo la convinzione che siamo comunque legati dalla comune umanità. E non solo nelle relazioni internazionali, ma anche nei nostri ambienti e nelle famiglie.
Dobbiamo ripartire dalle cose che abbiamo in comune, e fare in modo che la realtà del mondo nuovo impegni tutti sulla strada della giustizia, della libertà e della cura delle persone e della Terra. Dobbiamo tendere verso un modello di vita fondato su una “ecologia integrale” (Enciclica Laudato si’ – cap.IV) che abbia a cuore la dignità e il valore di ogni persona umana.
È messo in gioco anche il nostro modo di vivere la fede, attenti a cogliere i “segni dei tempi”, con l’impegno quotidiano ad avere cura del mondo per renderlo più abitabile e giusto, secondo il progetto del Creatore.
In questo tempo di mutamenti la Chiesa ci invita a vivere il tempo quaresimale.
È una opportunità preziosa per riflettere sul senso e la serietà della nostra vita alla luce della Parola e del mistero della Pasqua.
Ci viene proposta una vera conversione. E conversione significa cambiamento di rotta, trasformazione del modo di affrontare la vita.
“Ritornate a me con tutto il cuore!” (Gl 2,12), “Lasciatevi riconciliare con Dio!” (2Cor 5,20). Siamo chiamati a passare dalla superficialità di una esistenza centrata sulla ricerca del piacere del momento ad una ricerca dell’essenziale in tutti gli ambiti e le relazioni della vita.
Non fermiamoci all’esteriorità: non si tratta di fare in questi quaranta giorni qualche sacrificio in più o di partecipare esteriormente a qualche celebrazione. Solo se lasciamo che Dio ritorni ad essere Signore della vita possono cambiare davvero molte cose.
Cerchiamo il vero senso della Quaresima. La Parola che il Signore vuole rivolgerci non ci toglie difficoltà e sofferenze, ma ci aiuta ad aprirci alla fiducia e alla speranza. In particolare, con la proposta della carità autentica come centro del nostro rapporto con Dio e con i fratelli, potremo trovare la forza di superare il ripiegamento su noi stessi e la capacità di costruire in noi una umanità accogliente e riconciliata, per il bene di tutti.