I primi giorni del cammino quaresimale sono stati segnati quest’anno dalla solenne Via Crucis sulle strade di Portovesme e Portoscuso, una Via Crucis particolare cui si sono unite tutte le altre che si svolgevano nelle parrocchie della Diocesi: alla Passione di Gesù si è unita la sofferenza del nostro territorio, che segna ancora in modo particolare la Settimana Santa e la Pasqua. Siamo così saliti anche noi sul Golgota e poi discesi davanti ad una Tomba sigillata.
Ma non è questa Tomba il punto d’arrivo. Essa è vuota e il Signore Risorto ci invita a riprendere il cammino: “Dite ai miei discepoli che vadano in Galilea, là mi vedranno”, la Galilea dove Gesù ha iniziato a fare le opere del Padre e a compiere le Scritture. E quando i discepoli lo incontrano sul monte della Galilea, non senza dubbi e titubanze, Gesù li invia con decisione: andate in tutto il mondo, Io sono con voi tutti i giorni!
Altri due discepoli si sono incamminati verso Emmaus, tristi e sconfitti, ma anche a loro Gesù spiega le Scritture e ridona loro un cuore ardente: torneranno di corsa a Gerusalemme a comunicare la Notizia.
Sulle rive del Lago Gesù indica a Pietro una strada che lui non avrebbe mai immaginato e forse neppure voluto: “un altro ti condurrà dove tu non vuoi” e già intravediamo Pietro, crocifisso anche lui, a Roma sul colle Vaticano.
Maria di Magdala è ferma davanti alla Tomba vuota e non sa fare altro che piangere. Gesù la chiama per nome e la consola dicendo: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”, aprendo così una strada nuova per tutti noi. Dalla Tomba vuota ripartono tutte le nostre strade e su ognuna di esse è Lui che ci accompagna, Lui vivo e vincitore del male e della morte, per comunicarci il germe della sua nuova vita e renderci partecipi della sua vittoria contro il male.
Certo, continuiamo a lottare, a soffrire, perché come scriveva Blaise Pascal, Cristo è in agonia fino alla fine del mondo, ma siamo saldamente afferrati a Lui, al Risorto, ed è Lui che ci impedisce di scoraggiarci, di arrenderci, di lasciar perdere, di chiuderci nel nostro nido o guscio: ad ogni Pasqua che celebriamo, anno dopo anno, non possiamo non riconoscere che Gesù non è lo sconfitto ma il vincitore. “La Morte e la Vita hanno combattuto un duello strepitoso: il Signore della Vita è vivo e regna per sempre”, cantiamo nella Messa di Pasqua. Questa diventa la nostra forza e la nostra speranza. Lasciamo anche noi la Tomba vuota e rimettiamoci in cammino, seguendo la Croce come segno della vittoria di Cristo e di tutti quelli che si lasciano guidare da Lui. La Croce sostiene la nostra speranza.
+ Card. Arrigo Miglio