Il documento dell’Ufficio Liturgico diocesano ad integrazione delle disposizioni stabilite dalla CEI
L’Ufficio Liturgico Diocesano, per mandato del Vescovo, desidera offrire ai parroci e alle comunità parrocchiali e religiose opportune indicazioni affinché le celebrazioni della Settimana Santa siano vissute come il “centro di tutto l’Anno liturgico”[1], occasione propizia che la Chiesa ci offre per ravvivare la fede nel Signore Gesù, crocifisso e risorto per la nostra salvezza.
Si chiede, pertanto, ai singoli sacerdoti di esortare i fedeli alla partecipazione di presenza alle celebrazioni liturgiche nel rispetto dei decreti governativi riguardanti gli spostamenti sul territorio e delle misure precauzionali contenute del Protocollo stipulato con il Presidente del Consiglio dei ministri ed il Ministro dell’Interno del 7 maggio 2020, integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico; solo dove strettamente necessario o realmente utile, si favorisca l’uso dei social media per la partecipazione alle stesse. Si raccomanda che l’eventuale ripresa in streaming delle celebrazioni sia in diretta e mai in differita e venga particolarmente curata nel rispetto della dignità del rito liturgico. Si privilegi la diffusione mediatica delle celebrazioni presiedute dal Vescovo, incoraggiando i fedeli impossibilitati a frequentare la propria chiesa a seguire le celebrazioni diocesane come segno di unità.
Ad integrazione delle indicazioni stabilite dalla CEI, si proceda come segue:
Per la Domenica delle Palme, la Commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme sia celebrata con la seconda forma prevista dal Messale Romano. Si evitino assembramenti dei fedeli: pertanto, ad ogni messa (anche quelle anticipate del sabato sera) si proceda con la benedizione delle palme e degli ulivi dal fondo della chiesa e, dopo aver proclamato il brano evangelico relativo all’ingresso di Gesù a Gerusalemme, solo il celebrante e i ministri procedono in processione verso l’altare. I fedeli stiano già al loro posto previsto per la celebrazione; i ministri e i fedeli tengano nelle mani il ramo d’ulivo o di palma portato con sé; in nessun modo ci sia consegna o scambio di rami. Si prosegua, quindi, la Messa con l’orazione “Colletta”.
Dove si ritiene opportuno si potrà utilizzare la terza forma del Messale Romano, che commemora in forma semplice l’ingresso del Signore in Gerusalemme: in questo caso però la Messa si svolgerà senza benedizione di rami di palma o ulivo, ma inizierà regolarmente col saluto del presidente all’assemblea e l’atto penitenziale.
La Messa crismale sarà celebrata la mattina del Giovedì Santo in Cattedrale. Si riceverà a breve il relativo avviso da parte dell’Ufficio Liturgico.
- Il Giovedì Santo, nella Messa vespertina della “Cena del Signore” sia omessa la lavanda dei piedi. Al termine della celebrazione, il Santissimo Sacramento potrà essere portato, come previsto dal rito, nel luogo della reposizione in una cappella della chiesa dove ci si potrà fermare in adorazione, nel rispetto delle norme per la pandemia, dell’eventuale coprifuoco ed evitando lo spostamento tra chiese al di là della propria parrocchia.
Nelle chiese in cui non si celebrerà la Messa vespertina nella “Cena del Signore” non si compia l’Ora di adorazione dal momento che, come previsto dal rito, “il tabernacolo deve assolutamente essere vuoto” prima della suddetta celebrazione.
- Il Venerdì Santo, riprendendo l’indicazione del Messale Romano (“In caso di grave necessità pubblica, l’Ordinario del luogo può permettere o stabilire che si aggiunga una speciale intenzione”, n. 12), il Vescovo introduca nella preghiera universale un’intenzione “per chi si trova in situazione di smarrimento, i malati, i defunti”. A breve si riceverà da parte dell’Ufficio Liturgico il relativo avviso.
L’atto di adorazione della Croce mediante il bacio sia limitato al solo presidente della celebrazione. Tutti i fedeli siano esortati a compiere un altro gesto di adorazione davanti alla Croce, come un inchino o la genuflessione. Compiendosi la processione verso la Croce, si mantengano la giusta distanza di sicurezza tra le persone e le altre norme sanitarie.
Si ricorda che la Croce da proporre all’adorazione dei fedeli è la Croce d’altare, ossia con raffigurato il Cristo crocifisso. Non è ammessa l’adorazione del solo legno della Croce[2]. Non potendosi svolgere nel modo solito le tradizionali processioni esterne, non si rinunci tuttavia al pio esercizio della Via Crucis da svolgersi all’interno della chiesa[3], con rispetto delle norme anti-covid.
- La Veglia pasquale potrà essere celebrata in tutte le sue parti come previsto dal rito, in orario compatibile con l’eventuale coprifuoco. Se, come sembra, nella Settimana Santa tale coprifuoco rimarrà fissato per le ore 23,30 si suggerisce di iniziare la Veglia Pasquale non prima delle ore 21, in modo da salvaguardare il più possibile la verità del segno liturgico che tale veglia vuole richiamare: “Cristo ha vinto le tenebre”[4]. Si raccomandi, altresì, ai fedeli di mantenere la giusta distanza interpersonale nello svolgimento della breve processione verso l’interno della chiesa nella prima parte della Veglia, detta “Lucernario” (i fedeli possono anche prendere subito il posto previsto per la celebrazione, lasciando la processione ai soli ministri).
Si ricorda che nelle chiese parrocchiali si dovrà obbligatoriamente procedere con la benedizione del fonte battesimale, anche qualora non si amministri il sacramento del battesimo all’interno della celebrazione. La benedizione dell’acqua lustrale si dovrà utilizzare soltanto nelle celebrazioni in chiese non parrocchiali.
Si eviti in modo assoluto che i fedeli attingano direttamente l’acqua benedetta dal fonte battesimale, in modo da evitare facili contaminazioni o occasioni di contagio.
- Domenica di Pasqua: si celebri la messa del giorno di Pasqua con grande solennità. È opportuno compiere l’aspersione dell’acqua, benedetta nella Veglia, come atto penitenziale[5]. Non si potranno svolgere le consuete processioni dette dell’”Incontro”.
[1] Annuncio del Giorno della Pasqua, in Messale Romano, p. 996.
[2] “Vi sia sopra l’altare, o accanto ad esso, una croce, con l’immagine di Cristo crocifisso, ben visibile allo sguardo del popolo radunato. Conviene che questa croce rimanga vicino all’altare anche al di fuori delle celebrazioni liturgiche, per ricordare alla mente dei fedeli la salvifica passione del Signore”. Ordinamento Generale del Messale Romano, n. 308.
[3] Cfr. Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei sacramenti, Direttorio su pietà popolare e liturgia, n. 142.
[4] “L’intera celebrazione della Veglia Pasquale deve svolgersi durante la notte, così che non inizi prima che scenda la notte e si concluda prima dell’alba della domenica”: Messale Romano, p. 169.
[5] Cfr. Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Lettera circolare Paschalis Solemnitatis, n. 97.