Le priorità per i prossimi governanti della Regione
In occasione delle prossime elezioni regionali della Sardegna, il coordinamento regionale della Pastorale Sociale e del Lavoro intende richiamare i bisogni prioritari che affliggono la nostra isola invitando i cattolici e tutti gli uomini di buona volontà ad esercitare il proprio diritto di voto e dare il proprio consenso ai partiti o alle coalizioni che condivideranno nei loro programmi le indicazioni della Pastorale Sociale e del Lavoro regionale. Ispirandosi anche al messaggio della conferenza episcopale sarda alle Chiese e alla società della Sardegna “GIOVANI LAVORO E SPERANZE PER IL FUTURO” la PSL ritiene che le priorità possano essere individuate in:
- Nuovo modello di sviluppo
La crisi degli ultimi decenni ha reso indispensabile disegnare un nuovo processo di sviluppo. La PSL ritiene fondamentale che questo nuovo processo ponga come elemento prioritario la centralità della persona e la valorizzazione delle potenzialità dei territori salvaguardando finché è possibile i settori economico-produttivi esistenti e investendo concretamente in tutti gli altri finora sottovalutati e non adeguatamente sostenuti .È necessario riconoscere nelle “Comunità” locali (in ciascuna di esse e nel loro ‘insieme’) i luoghi imprescindibili di formazione dei “Cittadini”: come loro membri e corpo, in virtù della “partecipazione” (istituzionalmente ordinata e realmente svolta) alla individuazione programmatica e al perseguimento quotidiano del “bene comune”. Ai governanti spetta il conseguente dovere – “servizio” di ascolto sapiente e attivo, fatto di proposta e di esecuzione. Diventano, così, possibili le politiche di accoglienza, inclusione e integrazione.
- Il lavoro
Affrontare la crisi occupazionale che coinvolge in primo luogo i giovani, ma non solo. Consideriamo il lavoro non solo un mezzo per sostenere la famiglia, ma anche un’azione collettiva, di cooperazione, di solidarietà e di enorme valore sociale. Per questa ragione non condividiamo la corrente di pensiero che si sta facendo sempre più strada che sostiene che si possa vivere bene senza lavorare affidando al welfare il compito di finanziare la disoccupazione e la sottoccupazione. La crescita di opportunità stabili e non temporanee di lavoro consente di fornire speranza per il futuro particolarmente per le nuove generazioni che vedono come unica alternativa alla disoccupazione quella dell’emigrazione. La creazione di posti di lavoro, inoltre, costituisce la misura più efficace per combattere la povertà e l’emarginazione.
- L’istruzione
L’istruzione costituisce un elemento centrale nella formazione del capitale sociale e nella vocazione imprenditoriale così come rappresenta un assetto determinante per una maggiore consapevolezza sociale. Il rilancio di una formazione professionale non illusoria, accessibile a tutti e qualificante costituisce una urgenza non più derogabile. Come anche è urgente la valorizzazione di quei saperi non tecnici, ma umanistici e letterari che costituiscono la base di ogni discorso scientifico.
- Le infrastrutture
Le infrastrutture possono determinare un generale miglioramento delle attività delle imprese e quindi spingerne in avanti la possibilità di produzione.
È tutto il sistema delle infrastrutture a soffrire. L’indice di accessibilità della Sardegna è venti punti inferiore alla media italiana. In tal senso è necessario definire quanto prima le questioni legate alla condizione di insularità.
I problemi riguardano anche l’acqua, l’energia, i porti, le infrastrutture tecnologiche. Particolarmente problematici appaiono i trasporti che condizionano in maniera determinante lo sviluppo del turismo, ma anche dell’agro industria e in generale di tutta l’economia.
- La sanità e il sociale
Impensierisce l’aumentata difficoltà, anche sotto il profilo economico, nell’assistenza sanitaria. Le politiche sociali risultano schiacciate da interventi di natura sanitaria che non fanno altro che cronicizzare e istituzionalizzare il disagio. Particolarmente preoccupanti appaiono i problemi degli anziani, dei malati psichiatrici – il cui numero è drammaticamente in crescita – e dei disabili. La qualità della vita richiede accessibilità ai servizi indispensabili e la presa in carico della persona nella sua integralità, attivando processi di sostegno e di accompagnamento per i più deboli. Urge promuovere e sostenere l’affido familiare e interventi legati all’abitare assistito.
- Spopolamento e natalità
Sono oltre 40 anni che si parla di spopolamento in Sardegna senza che l’emorragia si sia in qualche modo tamponata e magari arrestata. Il tasso di fecondità delle donne sarde è tra i più bassi in Italia e continua l’invecchiamento della popolazione e lo spopolamento dei comuni specialmente quelli interni e più piccoli. Le politiche per il welfare troppo spesso hanno finito per rappresentare solo trasferimenti in danaro, senza promuovere e sostenere un vero processo di inclusione sociale, culturale e lavorativa. Supporti alle famiglie specie quelle più numerose e incentivi specifici per le giovani coppie che decidono di restare nei paesi dell’interno insieme ad altri provvedimenti potrebbero contribuire a frenare il fenomeno dello spopolamento.
- Custodia del Creato
Infine si sottolinea la necessità del rispetto della natura e dell’ambiente oltreché la necessità di interventi strutturali a tutela del territorio quali bonifiche e riqualificazioni di siti produttivi propedeutici all’avvio di riconversioni e economiche e implementazione dei nuovi modelli di sviluppo.