“Pace a voi!”. Sono le prime parole rivolte dal Risorto quando si manifesta ai suoi discepoli la sera di quel primo giorno dopo il sabato.
Parole di saluto. Parole rasserenanti di augurio. I Dodici erano ancora frastornati dagli ultimi avvenimenti. Il tradimento, l’arresto del Maestro, la sua condanna, la sua morte in croce li avevano certo colmati di delusione, di vergogna, di paura. Cosa sarebbe successo, adesso? Cosa dovevano aspettarsi? Cosa avrebbero fatto?
Anche se il Signore li aveva già più volte preavvisati: “Il terzo giorno risorgerò”, essi non avevano proprio capito. E quella inaspettata manifestazione di Gesù vivo li coglie di sorpresa.
Non possono non meravigliarsi per un saluto così amichevole: il Maestro li incontra e li accoglie, senza rimproverarli, dimenticando il passato e aprendo subito il loro sguardo sul futuro e sulla missione che si apre per loro e per tutta la Chiesa: “Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”.
Dunque un saluto e un augurio che deve immediatamente trasformarsi nella disponibilità ad una novità di vita e ad un impegno di testimonianza. È una nuova creazione: “Soffiò e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati”.
Un augurio che nasce dalla pace ed esige offerta di pace verso ogni fratello!
Anche a noi, oggi, in questa Pasqua 2022, è offerta la stessa possibilità di una nuova vita.
Con tutta l’umanità siamo sconcertati dalla assurda violenza che sta sconvolgendo il mondo: il Signore continua a morire in tanti bambini innocenti, in tante donne e anziani indifesi, in tanti giovani costretti ad una guerra fratricida. Le prospettive di accordi di tregua e di pace sembrano progressivamente allontanarsi. Sarà possibile superare questo momento?
«Nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37), ci ricordava Papa Francesco all’Angelus della domenica delle palme. “Nulla è impossibile a Dio. Anche far cessare una guerra di cui non si vede la fine. Una guerra che ogni giorno ci pone davanti agli occhi stragi efferate e atroci crudeltà compiute contro civili inermi. Preghiamo su questo.
Siamo nei giorni che precedono la Pasqua. Ci stiamo preparando a celebrare la vittoria del Signore Gesù Cristo sul peccato e sulla morte. Sul peccato e sulla morte, non su qualcuno e contro qualcun altro. Ma oggi c’è la guerra. Perché si vuole vincere così, alla maniera del mondo? Così si perde soltanto. Perché non lasciare che vinca Lui? Cristo ha portato la croce per liberarci dal dominio del male. È morto perché regnino la vita, l’amore, la pace”.
La pace che Cristo risorto ci annuncia con la sua Pasqua richiede che noi ci fidiamo di Lui e della sua vittoria sul male, che chiediamo con preghiera assidua il suo aiuto e che ci disponiamo continuamente al perdono che Dio desidera tra noi.
Il nostro sincero augurio di Buona Pasqua che reciprocamente in questi giorni ci scambiamo parta da questa disponibilità e da questo impegno.
+ Giovanni Paolo Zedda